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STOREPapers, 1-2/2016

Feb1,2017

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Riccardo EVANGELISTA, “Ragioni, negazioni e direzioni dell’intervento pubblico. Logiche del processo economico in Mises e Polanyi

Karl Polanyi e Ludwig von Mises condividono lo stesso periodo storico, lo stesso mondo intellettuale e, almeno in parte, la stessa formazione teorica. Il loro iniziale e più diretto contesto di riflessione è l’esperimento socialista della cosiddetta “Vienna rossa” (1919-1933), in cui politiche economiche interventiste avevano fortemente limitato lo spazio del mercato in particolari settori, tra cui quello della casa. Da questa esperienza trarranno conclusioni diametralmente opposte: per Polanyi quella di Vienna è la dimostrazione della necessità di regolare il meccanismo dei prezzi per ambire a una società più democratica, per Mises l’ennesimo tentativo di interferenza pubblica insostenibile e fallimentare, crollato sotto il peso delle sue inefficienze. Perché questa lettura radicalmente diversa degli stessi fatti? La ragione va ricercata in una dimensione che precede quella dell’analisi economica e si colloca nella opposta rappresentazione storico-metodologica del processo di mercato. Dall’individualismo metodologico (e problematico) dell’opera di Menger, con Mises la scuola austriaca di economia passa a un individualismo intimamente politico, che erge il liberismo a fine ultimo da perseguire indipendentemente dal contesto di riferimento e dagli effetti concreti. Polanyi, al contrario, propone una prospettiva prettamente istituzionalista in cui il mercato viene collocato storicamente e soprattutto indagato socialmente, a partire cioè dai fondamenti eccezionali che lo animano. Lo studioso ungherese fa dunque dipendere l’azione individuale dal tipo di società in cui questa è collocata, negando sia l’universalizzazione dei moventi umani utilitaristici (homo oeconomicus) che la subordinazione teorica e pratica della società rispetto al sistema economico. La critica ha una portata radicale e dalle ampie ripercussioni di politica economica perché indaga le rappresentazioni mentali alla base del mercato autoregolato: scambiando una parte (la forma di mercato) per l’intera economia umana (i diversi modi in cui le società hanno risolto il problema della sussistenza), la teoria liberista rinchiude fatalmente l’umanità in una falsa gabbia deterministica, contribuendo in modo decisivo ad ostacolare «la realizzazione economica dei nostri ideali».

Keywords: Polanyi, Mises, mercato, sostantivismo, formalismo
JEL: A13, A14, B40, B52, B53

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Liudmyla VOZNA, “How Economists Can Use the Laws of Physics On the Example of the Notion of Entropy in its Application to Some Economic Conceptions

This article deals with the notion of entropy in its applicability to economics. Briefly, it regards some classical cases of such a use as the labour concept of Podolinsky and the bioeconomics of Georgescu-Roegen. This article also attempts to apply the concept of entropy to the analysis of market structures in the example of the perfect competition model. Thus, the article asserts that if we compare different entropy concepts with the main characteristics of a market with perfect competition, we must conclude that the latter is a structure with the maximum level of entropy. But maximum entropy means the system’s death. So, as a system or a structure, a perfectly competitive market cannot exist. When analysing such a model, economists recognise its impossibility in real life from an empirical point of view. However, the application of the entropy concept helps us to repeat this approval also as a methodological one. The use of the entropy concept as a methodological instrument helps to question some other economic models, too.

Keywords: Entropy, the Second Law of Thermodynamics, Market Structure, Perfect Competition, Uncertainty, Information, Disorder
JEL: B4, D4, D8

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Riccardo EVANGELISTA, “Ragioni, negazioni e direzioni dell’intervento pubblico. Logiche del processo economico in Mises e Polanyi

Karl Polanyi e Ludwig von Mises condividono lo stesso periodo storico, lo stesso mondo intellettuale e, almeno in parte, la stessa formazione teorica. Il loro iniziale e più diretto contesto di riflessione è l’esperimento socialista della cosiddetta “Vienna rossa” (1919-1933), in cui politiche economiche interventiste avevano fortemente limitato lo spazio del mercato in particolari settori, tra cui quello della casa. Da questa esperienza trarranno conclusioni diametralmente opposte: per Polanyi quella di Vienna è la dimostrazione della necessità di regolare il meccanismo dei prezzi per ambire a una società più democratica, per Mises l’ennesimo tentativo di interferenza pubblica insostenibile e fallimentare, crollato sotto il peso delle sue inefficienze. Perché questa lettura radicalmente diversa degli stessi fatti? La ragione va ricercata in una dimensione che precede quella dell’analisi economica e si colloca nella opposta rappresentazione storico-metodologica del processo di mercato. Dall’individualismo metodologico (e problematico) dell’opera di Menger, con Mises la scuola austriaca di economia passa a un individualismo intimamente politico, che erge il liberismo a fine ultimo da perseguire indipendentemente dal contesto di riferimento e dagli effetti concreti. Polanyi, al contrario, propone una prospettiva prettamente istituzionalista in cui il mercato viene collocato storicamente e soprattutto indagato socialmente, a partire cioè dai fondamenti eccezionali che lo animano. Lo studioso ungherese fa dunque dipendere l’azione individuale dal tipo di società in cui questa è collocata, negando sia l’universalizzazione dei moventi umani utilitaristici (homo oeconomicus) che la subordinazione teorica e pratica della società rispetto al sistema economico. La critica ha una portata radicale e dalle ampie ripercussioni di politica economica perché indaga le rappresentazioni mentali alla base del mercato autoregolato: scambiando una parte (la forma di mercato) per l’intera economia umana (i diversi modi in cui le società hanno risolto il problema della sussistenza), la teoria liberista rinchiude fatalmente l’umanità in una falsa gabbia deterministica, contribuendo in modo decisivo ad ostacolare «la realizzazione economica dei nostri ideali».

Keywords: Polanyi, Mises, mercato, sostantivismo, formalismo
JEL: A13, A14, B40, B52, B53

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Liudmyla VOZNA, “How Economists Can Use the Laws of Physics On the Example of the Notion of Entropy in its Application to Some Economic Conceptions

This article deals with the notion of entropy in its applicability to economics. Briefly, it regards some classical cases of such a use as the labour concept of Podolinsky and the bioeconomics of Georgescu-Roegen. This article also attempts to apply the concept of entropy to the analysis of market structures in the example of the perfect competition model. Thus, the article asserts that if we compare different entropy concepts with the main characteristics of a market with perfect competition, we must conclude that the latter is a structure with the maximum level of entropy. But maximum entropy means the system’s death. So, as a system or a structure, a perfectly competitive market cannot exist. When analysing such a model, economists recognise its impossibility in real life from an empirical point of view. However, the application of the entropy concept helps us to repeat this approval also as a methodological one. The use of the entropy concept as a methodological instrument helps to question some other economic models, too.

Keywords: Entropy, the Second Law of Thermodynamics, Market Structure, Perfect Competition, Uncertainty, Information, Disorder
JEL: B4, D4, D8

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